mercoledì 12 giugno 2013

Industria nel presente...e il futuro?

Karl Marx, nel libro I de "Il Capitale", analizza la situazione che si è venuta a creare con il sempre più crescente numero di macchine nelle fabbriche. Egli prende come esempio alcune manifatture metallurgiche di Birmigham.

Nella fabbrica, oltre a uomini, sono assunti un elevato numero di donne e bambini: 3000 fanciulli e oltre 10.000 donne. Essi svolgono funzioni lavorative nelle fonderie d'ottone, nelle fabbriche di bottoni, nei lavori di smaltatura, laccatura ecc...
Spesso i bambini, sia maschi che femmine, lavorano lo stesso numero di ore degli adulti, e il poco decoroso ambiente in cui sono costretti a lavorare, dove osservano costumi e linguaggi indecenti, li fa crescere quasi in maniera selvaggia.
Il tutto avviene in un ambiente poco igienico e malsano!

Oggi, almeno nei paesi più sviluppati, l'industria, oltre ad essere progredita vertiginosamente dal punto di vista tecnologico, ha anche risolto gran parte di questi problemi sociali: non vi sono più bimbi costretti a fare lavori disumani, gli operai non vengono sfruttati più come una volta.

Eppure, c'è ancora da migliorare. Le morti sul lavoro nelle fabbriche e nelle industrie sono calate, ma non bisogna fermarsi, bisogna rendere le industrie luoghi ancor più sicuri per chi ci lavora al suo interno.
E non è detto che non ci siano più donne o bambini che muoiono a causa delle fabbriche: l'elevato numero di industrie produce molto inquinamento, causa di malattia per chi vive vicino ai centri industriali.
Un esempio, che personalmente mi sta molto a cuore, è la città di Taranto, dove il centro siderurgico ILVA ha si portato un gran numero di posti di lavoro, ma anche tante malattie alla città, alla provincia e a tutto l'ambiente circostante.
Dopo più di un secolo vi è ancora la figura di un capitalista che cerca di tenere sotto scacco i suoi dipendenti, stavolta con un volgare ricatto: salute o lavoro?

Dove deve indirizzarsi quindi l'industria del futuro?
Bisognerebbe creare una nuova "rivoluzione industriale", dove però ci sia più rispetto per chi ci lavora, e più rispetto per l'ambiente, cercare di ridurre, per quanto sia possibile, le emissioni di gas inquinanti, anche se tutto ciò può sembrare ancora difficile. Eppure però, in un lasso di tempo relativamente breve, la tecnologia ha permesso all'uomo di fare passi da gigante, quindi perchè non poter sperare che questo avvenga anche nel settore industriale?

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